Alimentazione urbana 4 / Alla ricerca dell’uovo sbattuto
22 Febbraio 2021Gli anni ‘90 sono quelli che cambiano le abitudini alimentari. Arrivano gli aperitivi e i pub. Impossibile chiedere gli avanzi. Il cibo genuino diventa ecologico, prima ancora che green. Salmonella e anisakis fanno il resto.
Con gli aperitivi che ti vuoi portare a casa. Tartine minuscole, contate. Lo stesso vale per i pub, dove si andrebbe solo per una birra, ma visto che stiamo in Italia qualcosa da mangiare ci deve stare. Ma sempre porzionato, non rimane niente, anzi prima di tornare a casa, tanto per non andare a dormire digiuno, passi a mangiare un cornetto alla crema, se ne vuoi un altro per colazione te lo compri. A Latina l’avamposto dei cornetti in tempi non sospetti era sempre stato Cepollaro, in Via Isonzo, oggi Briciole, che ha mantenuto la tradizione h24, spezzata solo dal lockdown. Poi è arrivato Dolce Notte in Piazzale Prampolini, ma anche altri.
Nei ristoranti i menù seguono la moda del momento, da Milano tira aria minimalista.
Torniamo a Kaori, non a caso Kaori arrivava dal Giappone, Paese rampantissimo all’epoca, lo Yen era nei pensieri di tutti. Insieme a Kaori dal Paese del Sol Levante arriva l’estetica a tavola, fino a quel momento affidata a tovaglie, stoviglie e posate. Si scopre che l’amatriciana, il cibo degli dei – altroché nettare e ambrosia – poteva arrivare a tavola più glamour. Basta con i due etti e mezzo di bucatini che schizzano delizia, prendono piede gli ottanta grammi arrotolati al centro di un piatto enorme e guarniti con steli di guanciale croccante. Ottanta grammi che non sfamano nessuno, figurati se ti puoi portare qualcosa a casa. Siamo agli albori della cucina elegante quella che arriverà a proporre il tiramisù espresso, cioè fatto al momento, che invece il tiramisù deve essere preferibilmente del giorno prima, tutto inguacchiato, ma questo è un problema che ci troveremo ad affrontare più tardi.
Insomma, gli anni ‘90 ci hanno fatto dimagrire naturalmente, almeno a noi cultori del pacchettino degli avanzi. Una cosa come la Magic Box in questi anni sarebbe stata giudicata raccapricciante. Infatti sono passati venti anni per traguardare almeno questa civiltà.
Negli anni ‘90 si inizia a parlare di “cibi ecologici”, prima si diceva “genuini”. E c’erano le uova genuine, marchiate di sterco di gallina come garanzia, il latte appena munto, il pesce pescato, sfilettato e mangiato. Il tutto senza essere pastorizzato, sterilizzato, abbattuto. Salmonellosi e anisakis hanno fatto accettare ai baldanzosi sapiens come natura crea pratiche di sterilizzazione industriale e trasformato i cibi genuini in cibi green. Rimane il fatto che l’uovo appena deposto e sbattuto con lo zucchero è una delle cose per le quali vale la pena di essere stati bambini cresciuti nel secolo scorso.
Arrivederci a domani per passare insieme attraverso il Millennium bug.
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